1.26M

Eraclito

1.

Liceo Scientifico Statale «Luigi Cremona» di Milano
Dirigente Scolastico prof.ssa Bruna Baggio
ANNO SCOLASTICO 2016-2017
DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA E STORIA
Progettazione e realizzazione del prof. Vincenzo Santopolo
Classi Terze Sezioni F e G

2.

INDICE
SLIDE
TITOLO
3
Contesto geografico e storico
4
Le fonti
5
La vita e l’opera
6
Il divenire
7
Il fuoco
8
Polemos e l’Armonia dei contrari
9
Il logos
10
Schema
11
Alcuni frammenti
12
Bibliografia e sitografia
PER FINIRE

3.

IL CONTESTO GEOGRAFICO E STORICO
EFESO ("Εϕεσος) fu una Colonia greca dell'Asia Minore
alla foce del fiume Caistro che sfocia nell'Egeo. Qui sorse
uno dei più antichi e venerati santuari dell’Ellade,
Dedicato alla dea Artemide e sviluppato dall’età arcaica
nel più esemplare stile ionico. In base alla tradizione,
l’origine della città sarebbe addirittura anteriore alla
colonizzazione, da attribuire alle Amazzoni o ai
leggendarî Efeso e Coresso, eponimi della città e del
monte sul cui nucleo principale sorgeva.
La colonizzazione vera e propria fu fatta dagli Ioni,
guidati, pare, da Androclo, della stirpe Codro, re di Atene.
Dall’XI al VII secolo la città venne governata prima da
una monarchia e poi aristocrazia. Nel VII secolo si
affermò la tirannide. Si conoscono i nomi di Pitagora,
Melas e Pindaro, che dovettero confrontarsi coi Lidi. Alla
metà del VI secolo, Creso conquistò la città, ma poi
contribuì alla costruzione del primo Artemision. Ma nel
541 Creso fu vinto da Ciro il Grande ed Efeso venne
saccheggiata dai Persiani e unita alla satrapia della Ionia.
Efeso, però, non si distinse nelle lotte contro i Persiani,
anche perché trasse vantaggi dalla caduta della rivale
Mileto.

4.

Sulla vita, l’opera ed il pensiero di Eraclito abbiamo documenti frammentari, che ci
provengono, per lo più, dalle citazioni e dai commenti critici di alcuni autori antichi,
soprattutto da Aristotele, che ce ne parla in alcune opere ed in particolare nella Metafisica,
e Diogene Laerzio, in «Vite dei filosofi». Agli inizi del secolo scorso (1903) questi frammenti
sono stati raccolti e pubblicati dal grande filologo tedesco Hermann Diels (1848-1922),
nell’opera «Frammenti dei presocratici», tradotta in italiano nel 1986 a cura del prof.
Gabriele Giannantoni (1932-1998), col titolo «I Presocratici», per la Editrice Laterza.

5.

Eraclito nacque ad Efeso, in una famiglia aristocratica, forse
nel 540 a.C. e morì sessantenne, intorno al 480 a.C. (ma si
tratta di date molto incerte).
Il padre si chiamava Blosone o Blysone (vengono proposti
anche altri nomi), mentre Eraconte sembra essere stato il
nome del nonno (?).
Eraclito era un discendente del fondatore di Efeso,
Androclo, e perciò gli sarebbe spettata di diritto la massima
carica sacerdotale, Basiléus, che invece rifiutò in favore del
fratello minore.
Fu di carattere altero e superbo, anche nei confronti dei suoi
concittadini, ai quali rimproverava di aver espulso il suo
amico Ermodoro. Forse per questo, non accettò la loro
richiesta di redigere una legislazione per la Polis. È ovvio
che anche gli efesini non lo amavano molto.
Visse perciò in solitudine sui monti, cibandosi solo di vegetali, ma così facendo, si ammalò di
idropsia e fu costretto a tornare in città. Qui, non riuscendo a trovare medici in grado di curarlo,
tentò di farlo da solo, con lo sterco o il fango, ma aggravò ulteriormente la sua condizione.
Da giovane diceva di non sapere nulla, ma da adulto affermò di sapere tutto, apprendendo da
autodidatta.
Scrisse anche un libro, dal titolo «Della Natura», che depose però nel tempio di
Artemide perché fosse accessibile ai pochi capaci di comprenderlo. Infatti, nello scriverlo aveva
utilizzato una forma oscura, quasi criptica ed oracolare.

6.

πάντα ῥεῖ - «Tutto scorre»
Nell’immaginario comune, Eraclito è il «filosofo del
divenire», del «Panta rei» – Tutto scorre; e di lui si
ricordano soprattutto le seguenti affermazioni: «Nello
stesso fiume non è possibile scendere due volte…
né toccare due volte una sostanza mortale nello
stesso stato».
In realtà queste affermazioni, estrapolate dal
contesto complessivo del suo pensiero, possono
risultare del tutto fuorvianti, perché, pur partendo egli
dall’esperienza
sensibile
e
constatandone
l’incessante divenire, ritiene tuttavia che non siano i
sensi a darci la verità, bensì la ragione, il «Logos»
che agisce su tutte le cose e le guida secondo una
regola universale e necessaria. L’uomo, quindi, pur
condividendo il divenire con la Natura (Φύσις), di cui
è parte, partecipa anche del suo «logos», che gli
rende intelligibile quel che c’è al di là della
percezione: l’unità del molteplice, che sta sia nel
«Divenire», ciclicamente sempre uguale a se stesso,
sia nella sua ragion d’essere, il principio che ne è la
causa ed il fine.

7.

Fissando il proprio logos (ragione individuale) nel
logos della natura (ragione universale), l’uomo
scopre che l’arché (ἀρχή), il principio, è il
«Fuoco», perché tutte le cose vengono dal fuoco
e nel fuoco si dissolvono, e tutto accade
seguendo il destino (μοῖρα), cioè una legge
universale e necessaria che fa si che ogni cosa si
tramuti nel suo opposto, sempre per effetto del
fuoco.
L’Universo è limitato e unico: esso nasce dal
fuoco e poi ne viene arso, seguendo cicli con
tempi determinati (il «Grande anno» o «Anno del
Dio», composto da 10.800 anni solari?).
Dal fuoco, per condensazione, nasce la terra; da
questa per rarefazione, nasce l’acqua (umido) e
poi ancora l’aria. Da qui, il ciclo ricomincia
(l’eterno ritorno?).
Alcune fonti, però, riportano cicli differenti, come:
fuoco aria acqua terra fuoco … Alcune parlano anche di moti
discendenti (dal fuoco in giù) e moti ascendenti (da giù verso il fuoco).

8.

POLEMOS E L’ARMONIA DEI CONTRARI
Originariamente tutte le cose risultano confuse le une nelle altre, in uno stato di
caos, fin quando non interviene una forza separatrice, Polemos (Πόλεμος), la
guerra e la contesa. «Polemos è padre di tutte le cose», perché la separazione
produce la molteplicità, la pluralità del mondo sensibile, dominato non a caso
dagli opposti, sempre in guerra tra loro. Contro questa forza, agisce quella
contraria della Pace (εἰρήνη) e della Concordia (ὁμόνοια), che distrugge le cose
eliminandone le opposizioni.
Ma se i contrari, con la loro reciproca lotta, generano la vita delle cose, mentre il
loro annullamento ne genera la morte, evidentemente anche in esse agisce la
forza regolatrice del «logos» (λόγος). Esso produce l’«armonia dei contrari»,
attraverso cui ogni cosa produce il suo contrario in un ciclo sempre uguale a se
stesso: dalla luce le tenebre e dalle tenebre la luce; dal giorno la notte e dalla
notte il giorno; dalla vita la morte e dalla morte la vita etc. etc.

9.

IL «LOGOS» (ΛΟΓΟΣ)
Ma se tutto ciò che è viene dal «Fuoco» e tutto ciò che avviene è trasformazione del
«Fuoco», e questo, a sua volta, è sempre governato e regolato dal «Logos», possiamo
dire che il primo rappresenta il principio materiale della Physis (lo stesso che avevano
ricercato i filosofi di Mileto) mentre il secondo ne costituisce il principio metafisico e
questo rappresenta una novità nel panorama della filosofia presocratica (inserendosi con
Pitagora, Parmenide ed altri, in un contesto che sta ormai sperimentando nuove vie e
partorendo nuove dottrine).
Possiamo quindi affermare che Eraclito, più che il «Filosofo del divenire», dovrebbe
essere considerato il «Filosofo del logos», giacché questo costituisce l’autentica novità
della sua filosofia.
Come abbiamo visto, per Eraclito il logos può avere diversi significati, a seconda che lo si
riferisca alla Natura (Φύσις), ed allora rappresenta la legge universale e necessaria che
regola secondo ragione e necessità (destino) tutte le cose, o che lo si riferisca agli
uomini, ed allora rappresenta la loro capacità intellettiva e razionale. Tutti la posseggono,
ma pochi sono disposti ad usarla, preferendovi una saggezza personale, più pratica ed
utile.
Veri saggi sono, invece, quelli che riconoscono in loro il Logos universale e si ispirano ad
esso. Questo, ad esempio, è ciò che dovrebbero fare i governanti delle Poleis greche,
ispirandosi nel loro operare alla legge universale e divina del Logos. Accenno, questo, ad
un’etica ed una politica di Eraclito, di cui ci rimangono, purtroppo, scarsissime tracce.

10.

SCHEMA
Fuoco terra acqua aria Fuoco …
«Eterno ritorno»

11.

ALCUNI FRAMMENTI
- Noi scendiamo e non scendiamo nello stesso fiume, noi stessi siamo e non siamo.
- Tutte le cose sono uno scambio del fuoco, e il fuoco uno scambio di tutte le cose, come le merci sono uno
scambio dell'oro e l'oro uno scambio delle merci.
- Quest'ordine, che è identico per tutte le cose, non lo fece nessuno degli Dei né gli uomini, ma era sempre ed è e
sarà fuoco eternamente vivo, che secondo misura si accende e secondo misura si spegne.
- Il fuoco sopraggiungendo giudicherà e condannerà tute le cose.
- Di questo lógos che è sempre gli uomini non hanno intelligenza, sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo
averlo ascoltato; benché infatti tutte le cose accadano secondo lo stesso lógos, essi assomigliano a persone
inesperte, pur provandosi in parole ed in opere tali quali sono quelle che io spiego, distinguendo secondo
natura ciascuna cosa e dicendo com'è. Ma agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso
modo che non sono coscienti di ciò che fanno dormendo.
- L'opposto concorde e dai discordi bellissima armonia.
- Congiungimenti sono intero e non intero, concorde discorde, armonico disarmonico, e da tutte le cose l'uno e
dall'uno tutte le cose.
- Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima:
così profondo è il suo lógos.
- L'arco ha dunque per nome vita e per opera morte.
- Uno è per me diecimila, se è il migliore.
- Ascoltando non me, ma il lógos, è saggio convenire che tutto è uno.
- Pólemos è padre di tutte le cose, di tutte re; e gli uni disvela come dèi e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi
gli altri liberi.
- Una e la stessa è la via all'in sù e la via all'in giù.
- Immortali mortali, mortali immortali, viventi la loro morte e morienti la loro vita.
- La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando
son quelli e quelli mutando son questi.
- Il signore, il cui oracolo è a Delfi, non dice nè nasconde, ma indica.
- Comune infatti è il principio e la fine nella circonferenza del cerchio.
- La natura delle cose ama celarsi

12.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
NICOLA ABBAGNANO, Storia della Filosofia, vol I, pp.19-23, Torino 1974
ROBERTO RADICE, Eraclito, Milano 2014
I Presocratici, Testimonianze e frammenti, curato da Gabriele Giannantoni, Tomo 1, pp. 179-221,
Milano 1995
ENCICLOPEDIA FILOSOFICA, voce Eraclito di G. F. Pagallo, vol 2, pp. 906-911, Firenze 1967
https://www.youtube.com/watch?v=ZuhUKvfuIck
Antonio Gargano - Eraclito
https://www.youtube.com/watch?v=q61bgE5Pe14
Eraclito (Bodei, Detienne, Gadamer)
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